Il brillante successo in termini di organizzazione e di partecipazione di pubblico registrato dal I Circuito Automobilistico di Biella (valevole per il Campionato Italiano Vetture Sport), che si era disputato il 2 settembre 1934 e aveva visto la vittoria di un idolo locale, il conte Carlo Felice Trossi, convinse Adolfo Rivetti, presidente della sezione biellese del R.A.C.I. (Reale Automobile Club d’Italia), a organizzarne nel 1935 una seconda edizione che fu inserita nel calendario delle prove internazionali.
Tra le personalità illustri che il presidente Rivetti invitò a Biella per assistere alla gara, in programma domenica 9 giugno 1935, ci fu anche il principe Aimone di Savoia – Aosta, duca di Spoleto, il quale, come presidente generale del R.A.C.I e in virtù degli «antichi vincoli di sangue» che lo legavano al Biellese, si disse più che disponibile a presenziare all’evento.
Il principe Aimone arrivò a Biella intorno alle ore 10 del mattino di domenica 9 giugno.
La città, rispondendo all’appello lanciato nei giorni precedenti dai giornali locali ("Il Popolo Biellese" e "il Biellese") che avevano invitato tutti i cittadini «ad esporre la Bandiera nazionale in onore dell’Ospite Augusto», si presentò «vestita del suo abito migliore».
Il duca di Spoleto si recò subito alla sede del R.A.C.I. di viale Regina Margherita (oggi viale Matteotti) dove ad attenderlo, oltre ad Adolfo Rivetti, al podestà Giuseppe Serralunga e alle altre autorità cittadine, c’erano alcuni tra i più importanti rappresentanti del campo automobilistico italiano: il principe Alberto Pio di Savoia, segretario della commissione sportiva del R.A.C.I., il commendatore Renzo Castagneto di Brescia, il commendatore Rustici in rappresentanza del R.A.C.I. di Roma, i direttori delle sedi provinciali R.A.C.I. di Torino, Milano, Bergamo, Brescia e Genova.
Dopo aver visitato i locali della «sontuosa sede» del R.A.C.I. biellese, il principe fu omaggiato dai presenti nel salone delle feste e nel corso del ricevimento organizzato in suo onore mostrò di gradire il vino che gli era stato offerto.
Terminato il rinfresco, il principe Aimone fu invitato a recarsi a Palazzo Ronco per inaugurare la Mostra del pittore Giuseppe Bozzalla.
L’aitante rappresentante di casa Savoia percorse a piedi il breve tragitto e fu accolto al suo ingresso nelle sale della Mostra da «una vibrante dimostrazione di simpatia» improvvisata «dal pubblico signorile convenuto, [dal]le personalità cittadine, [e da] eleganti signore ed amatori dell’arte pittorica» ("Il Popolo Biellese", 10.06.1935); procedette quindi alla visita accompagnato dalle autorità poco sopra citate e dallo stesso Giuseppe Bozzalla, con il quale si complimentò per l’ottima fattura delle opere esposte.
La tappa successiva fu la cavallerizza della Società Ippica Biellese di via Trieste (inaugurata nel maggio del 1934 da Italo Balbo, Maresciallo dell’Aria nonché quadrumviro della marcia su Roma, in occasione della sua venuta a Biella).
Il duca di Spoleto raggiunse in automobile la sede della società, di fronte alla quale erano schierati due carabinieri in alta uniforme, e ricevette il saluto del presidente Gino Zanon e di tutta la dirigenza al completo.
Passò quindi in rassegna un reparto di Giovani Fascisti Cavalleggeri i quali, guidati dall’istruttore Guido Ruggiero, diedero prova della loro abilità eseguendo nel campo ostacoli della cavallerizza «alcune difficili ed eleganti evoluzioni a cavallo» che suscitarono il plauso e l’ammirazione del regale ospite; nell’accomiatarsi, il principe espresse al presidente Zanon «tutta la sua ammirazione per l’ottima ed accurata organizzazione della Società Ippica» ("Il Popolo Biellese", 10.06.1935).
L’incontro con Carlo Felice Trossi al castello di Gaglianico, residenza del conte, concluse l’intensa mattinata.
Intorno alle ore 14, accolto dalle note della Marcia Reale, il duca di Spoleto fece il suo ingresso nell’area in cui erano state predisposte le tribune d’onore in compagnia di Adolfo Rivetti (con il quale aveva pranzato), dei conti Jolanda e Carlo Calvi di Bergolo, dei conti Avogadro e del comm. Rustici del R.A.C.I. di Roma.
Dopo aver scambiato qualche parola con i corridori della prima batteria schierati sulla linea di partenza, si accomodò sulla tribuna reale, «elegante ed aerea costruzione drappeggiata in azzurro e ornata dello scudo di Savoia», pronto a godersi lo spettacolo; tra le autorità presenti in tribuna spiccavano il prefetto di Vercelli conte Cesare Vittorelli, il segretario della federazione vercellese del P.N.F. Piero Pozzo, i deputati Leone Garbaccio e Roberto Olmo, il preside della Provincia avv. Busca, il podestà di Biella Serralunga, il segretario del Fascio Luigi Bragagnolo, il comandante del presidio militare, il presidente del tribunale, il procuratore del Re, oltre «a molte signore in eleganti costumi primaverili».
Alle 14 e 15 prese il via la gara, suddivisa in due batterie (di otto vetture ciascuna) a cui avrebbe fatto seguito la finale.
La prima batteria si concluse con il successo del pilota mantovano Tazio Nuvolari, seguito da Trossi e Giovanni Farina, mentre la seconda, meno spettacolare, vide classificarsi ai primi tre posti rispettivamente Louis Chiron, Mario Tadini e Achille Varzi; il principe Aimone approfittò della pausa tra prima e seconda batteria per raggiungere la pista e intrattenersi brevemente con Nuvolari e Trossi.
Insieme ad Adolfo Rivetti fece poi un rapido giro d’ispezione al percorso e alle 16 e 25 diede il segnale di via ai sei corridori qualificati per la finale: nell’ordine, Trossi, Nuvolari, Farina, Dusio, Chiron e Tadini (il settimo, Varzi, aveva dovuto ritirarsi per problemi meccanici).
Dopo i primi giri apparve chiaro che a contendersi la vittoria sarebbero stati Nuvolari e Trossi, decisamente più veloci dei loro avversari; il testa a testa durò fino al 24° giro, quando il pilota biellese, colpito da insolazione, fu costretto al ritiro.
A trionfare fu così Tazio Nuvolari, che precedette sul traguardo Chiron e Farina; il principe Aimone invitò l’asso mantovano sul palco reale e si complimentò con lui per l’ottima gara disputata.
La giornata, che aveva offerto alle migliaia di spettatori presenti (biellesi e non) uno spettacolo indimenticabile, volgeva ormai al termine: «Il secondo Circuito di Biella è finito – commentò "Il Popolo Biellese" – S.A.R. il Principe Aimone, i conti Calvi di Bergolo, le autorità, guidate dal comm. Rivetti, scendono dal palco, la musica suona l’Inno Reale, il pubblico applaude […] il magnifico avvenimento […] ha segnalato e fatto onore oggi alla nostra operosa, tenace e silenziosa regione, […] ha avvinto decine di migliaia di persone, […] ha confermato la bellezza delle grandi organizzazioni motoristiche».
Le fotografie provengono dall'archivio Cesare Valerio, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella
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