Citando le attività artigianali che nel corso dei secoli hanno caratterizzato il territorio biellese è d’obbligo dedicare qualche riga alla lavorazione della "terracotta biellese", in particolare nella zona di Ronco e Ternengo, e ai "cadregàt", costruttori di sedie, di Cossila.
La lavorazione dell’argilla nel Biellese ha origini antiche (I-II secolo dopo Cristo), attestate dai reperti emersi dai siti archeologici presenti sul territorio; un territorio, quello biellese appunto, ricco di terreni argillosi e quindi adatto alla produzione di terrecotte.
Nel 1864 Quintino Sella, pronunciando il discorso inaugurale alla riunione straordinaria della Società Italiana di Scienze Naturali, sottolineò l’ottima qualità delle argille di Ronco e Ternengo.
Da circa un secolo infatti in quei paesi la lavorazione dell’argilla e la produzione di manufatti di terracotta avevano raggiunto il massimo sviluppo: una testimonianza risalente al 1868, citata da Giuseppe Cavallo (al cui saggio rimandiamo per una conoscenza più approfondita del processo di lavorazione dell’argilla), attesta la presenza a Ronco di «più di 40 fabbriche di stoviglie ordinarie ad uso di cucina, di vasi, ecc. oltre ad alcune fornaci per mattoni, tegole, quadretti».
Queste aziende erano di norma di piccole dimensioni e a conduzione famigliare; laboratori e fornaci erano situati in prossimità delle abitazioni per meglio tener sotto controllo le varie fasi della lavorazione.
Tra i prodotti più diffusi ricordiamo, oltre a piatti e scodelle, i "pagliet" (piccole scodelle), gli "stufaroli" (recipienti per la "bagna cauda"), i "bronzin", i "subiet", i "cavalin da l’omo"; tutti questi manufatti erano inviati via treno a Milano, Cremona, Verona e anche in Svizzera.
L’artigianato del legno è attestato a Cossila fin dal 1600.
Il primo cadregàt di cui si ha notizia ufficiale è tal Coda Tonione, la cui attività iniziò nel 1852, ma la costruzione di sedie aveva origini più antiche testimoniate dagli esemplari conservati a Oropa e risalenti al XVI e XVII secolo.
L’ottima fattura delle sedie di Cossila è dimostrata dalla diffusione sul mercato europeo e non solo: oltre che in Francia e in Svizzera, i manufatti biellesi giunsero anche in America, in Egitto e nell’Estremo Oriente (Angelo Stefano Bessone, nel saggio dedicato ai cadregàt di Cossila, ha fornito una particolareggiata descrizione delle varie fasi di costruzione).
Dopo l’esperienza a livello industriale promossa dall’imprenditore francese Pierre Mathieu, tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, la tradizione dei seggiolai tornò ai piccoli artigiani locali per poi spegnersi lentamente negli anni del secondo dopoguerra.
(Leggi anche Antichi mestieri nel Biellese e Artigiani edili biellesi)
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