Un elemento da prendere in considerazione trattando dei complessi bandistici biellesi è il trasferimento sul piano musicale dello scontro politico in atto tra cattolici e socialisti tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, che in vari comuni della zona si concretizzò nella contrapposizione tra fanfare che si ispiravano all’uno o all’altro schieramento.
Nel primo scorcio del XX secolo si registrò la pressoché contemporanea nascita di bande musicali "cattoliche" e "rosse".
Nel 1907 il maestro Francesco Gurgo Salice fondò a Candelo la "Società Cattolica Musicale per canto e banda"; nello stesso anno nacque a Pollone ad opera del parroco don Luigi Prelle una fanfara riconducibile al circolo cattolico "Giovane Pollone", che prese parte a diverse manifestazioni paesane.
Nel dicembre del 1908 si tenne a Sordevolo il primo concerto della "Fanfara dei Giovani" e nello stesso periodo si esibì a Sagliano Micca la banda "Cattolica", composta essenzialmente da giovani di età compresa tra i 10 e i 20 anni e diretta dall’onnipresente maestro Gurgo Salice.
L’attività della "Cattolica" di Sagliano interessò tutta la Valle Cervo ma anche Callabiana, Ronco, Zumaglia, Biella, Graglia e Vallemosso; minor fortuna ebbe un’altra banda della zona, la "Fulgor" di Andorno.
La città di Biella contò una sola fanfara "cattolica", la "Fanfara Excelsior" sorta nel 1913 come sezione musicale del Circolo Excelsior.
Questo complesso, composto da circa una dozzina di elementi, presenziò a tutte le manifestazioni religiose tenutesi all’aperto, non solo in città ma in quasi tutti i comuni dell’area biellese.
Nello stesso lasso di tempo in cui si costituirono le bande musicali di ispirazione cattolica sorsero anche le cosiddette "fanfare rosse".
Ido Rolando ha affermato che esse nacquero non in contrapposizione a quelle cattoliche bensì come conseguenza della crescente affermazione del partito socialista, alle cui iniziative popolari intendevano dare sostegno; occorre però far notare che tali iniziative comprendevano cerimonie e manifestazioni di chiaro stampo anticlericale (come i matrimoni e le sepolture "civili" o l’inaugurazione di monumenti dedicati all’eretico Fra’ Dolcino), le feste operaie (in cui poco gradita era la presenza religiosa), le campagne contro la presenza dei maestri cattolici nelle scuole.
Nel 1902 presenziò all’inaugurazione della Camera del Lavoro di Cossato la "Fanfara Lessonese", la «primogenita delle fanfare rosse»; nei tre anni seguenti (1903-1905) nacquero le fanfare "rosse" di Ponderano, Cossato, Montalto (Mezzana) e Chiavazza.
Al 1909 risalgono la "fanfara rossa Alpina" di Mezzana Cereje, la nuova filarmonica rossa di Trivero–Fila, la fanfara di Occhieppo Inferiore, mentre è del 1914 la "rossa fanfara Alpina" di Pralungo.
Altri complessi bandistici che si richiamavano al movimento socialista sorsero negli anni del primo dopoguerra (il 1920 fu «l’anno più rigoglioso per le fanfare rosse»): la "banda proletaria mandamentale", che operò nella zona di Coggiola, Trivero, Mosso S. Maria e Crocemosso, la nuova "fanfara rossa" di Cossato, quelle di Zubiena–Vermogno, di Candelo, di Occhieppo Superiore.
Ad Andorno si esibì, tra il 1920 e il 1922, la "proletaria"; a Mongrando la "banda rossa", a Sordevolo la "fanfara rossa"; nessun dubbio sussiste sull’orientamento della "banda Lenin", attiva a Benna nel 1920.
Con l’avvento del fascismo si ebbe la progressiva scomparsa delle bande musicali connotate politicamente: «Per le bande che restano in vita – ha concluso Alberto Galazzo – le feste di "regime" creano nuove occasioni, rimpolpate dall’inventiva dei musicanti che si dedicano a una nuova forma di servizio: orchestrina domenicale per il ballo a palchetto».
(Leggi anche Bande musicali nel Biellese)
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