LE COLONIE ESTIVE BIELLESI

(Articolo pubblicato su La Nuova Provincia di Biella del 03.03.2012)

 

La presenza di colonie estive nel Biellese risale all’ultimo decennio dell’Ottocento, come testimonia lo scritto di Domenico Vallino "Nel paese delle colonie alpine (Pettinengo, Camandona Veglio)", datato 1898, in cui l’autore illustra le origini della prima Colonia Alpina per fanciulli poveri, istituita sei anni prima a Camandona dalla Reale Società d’Igiene di Torino con la collaborazione del Club Alpino di Biella.

 

Nell’estate del 1892 una comitiva di circa venti bambini, di età compresa tra i 6 e i 12 anni, era giunta a Biella e aveva soggiornato presso lo stabilimento idroterapico di Andorno, per poi raggiungere le frazioni di San Giuseppe, Locato e Sant’Antonio Marcone e essere ospitata nei locali delle scuole comunali di Camandona; la buona riuscita dell’iniziativa aveva portato in seguito allo sdoppiamento della colonia ad Andorno e a Veglio.

 

Colonie di questo tipo, patrocinate dalla regina Margherita di Savoia, si diffusero rapidamente sul finire dell’Ottocento su tutto l’arco alpino e non solo.

 

 

Nel 1910 entrò in funzione la Colonia Alpina "Fra Dolcino", istituita «per beneficare i bambini diseredati dalla fortuna, di gracile costituzione», e definita dai suoi promotori «la prima in Italia di tendenza così spiccatamente laica e proletaria».

 

I primi tredici bambini, ospitati presso i locali delle scuole comunali di Crocemosso, soggiornarono presso la colonia per 50 giorni, affidati alle cure della maestra (in seguito divenuta direttrice) Elisa Berthier.

 

La colonia mantenne la sua denominazione originale fino al maggio del 1927 quando, a seguito della deliberazione del commissario prefettizio di Biella, dovette cambiare il suo nome in Colonia Alpina "Pietro Micca".

 

 

Durante gli anni Venti l’Ente Biellese Assistenza Operai, collegato alla locale Lega Industriale, si fece promotore di nuove iniziative nell’ambito delle colonie estive, aperte non più solo ai bambini delle famiglie povere e disagiate ma anche ai figli degli operai che lavoravano nelle fabbriche locali.

 

 

Oltre che nelle colonie alpine di Crocemosso e Pollone (quest’ultima fondata nel dicembre 1923 per volontà dei coniugi Emilio e Maria Gallo, da cui prese il nome) e in quelle dell’istituzione Regina Margherita di Andorno e Veglio, i bambini biellesi ebbero la possibilità di soggiornare anche presso la colonia marina di Imperia, inizialmente riservata ai soli fanciulli milanesi ma dal 1917 in grado di accogliere comitive provenienti da tutte le regioni del Nord Italia: nell’agosto del 1925 sessantadue furono i piccoli coloni biellesi ospitati presso la struttura "La Primavera Italica" di Porto Maurizio.

 

 

Attiva dal 1922 era anche la Scuola Estiva della Pettinatura Italiana di Vigliano, promossa da Ermanno Rivetti: «Alla Scuola Estiva – scrisse nel 1935 il bisettimanale fascista "Il Popolo Biellese" – tutto è armoniosamente e gradualmente avvicendato, cosicché il sole e l’aria pura, i salti ed i giochi, gli esercizi ginnici ed i canti corali, si alternano a piacevoli occupazioni intellettive, a lavori manuali di ogni genere fatti anch’essi all’aria libera, sotto variopinti ombrelloni e larghe tende da campo».

 

 

L’attenzione sempre maggiore rivolta dal regime fascista all’educazione delle giovani generazioni portò negli anni Trenta ad una trasformazione delle colonie (marine e montane) che da luoghi originariamente destinati alla cura dei bambini divennero luoghi di aggregazione per la gioventù, in cui ai giochi, agli esercizi fisici, ai bagni di sole, si accompagnavano anche attività di stampo premilitare; per poter essere ammessi alle colonie marine e montane dell’Ente Opere Assistenziali, oltre ad avere un’età compresa tra i 7 e i 12 anni, all’essere stati dichiarati bisognosi di cure dal collegio sanitario di controllo, al risultare appartenenti a famiglie indigenti, era necessaria l’iscrizione all’Opera Nazionale Balilla.

 

Le Piccole Italiane e i Balilla biellesi trascorsero così il periodo estivo (il soggiorno durava solitamente trenta giorni) nelle colonie marine di Pietra Ligure e di Sestri Levante, in quelle alpine di Alagna Sesia e di Campiglia Cervo, o in quelle elioterapiche del Vandorno, di Pavignano, di Sant’Eurosia, di Cossato, di Coggiola e di Trivero.           

 

 

Dopo l’inattività dovuta agli eventi bellici del biennio 1943-45, il progetto delle colonie estive ripartì nell’estate del 1946 grazie all’intervento degli industriali locali.

 

La prima ad aprire i battenti fu la colonia marina di Loano, che tra il 1 giugno e la fine di agosto del 1946 accolse tre scaglioni di bimbi e bimbe di età compresa tra i 4 e i 10 anni; 800 furono invece gli ospiti che nei mesi di luglio e agosto si alternarono presso la colonia marina di Vallecrosia (Bordighera); altre due colonie marine furono attivate a Monte Rosso al Mare (La Spezia) e a Cattolica; a Piambello (Varese) entrò in funzione una colonia alpina in grado di ospitare una cinquantina di ragazzi di ambo i sessi.

 

Furono inoltre ripristinate sul territorio biellese le colonie elioterapiche diurne (cioè senza pernottamento).

 

 

Nel 1951 la "Rivista Biellese", tracciando un bilancio di quei primi sei anni di attività, sottolineò un aspetto ritenuto problematico: «[…] il problema delle colonie montane e marine non era stato completamente risolto, nel senso che la Commissione di Assistenza non aveva a disposizione delle colonie «Biellesi» a cui affidare i bimbi ed era costretta a valersi della collaborazione di altre istituzioni. Collaborazione gradita […] perché offerta da istituzioni espertissime nel campo dell’assistenza ai bimbi [… come] l’organizzazione salesiana di Vallecrosia […] ma ciò non toglie che la mancanza di una Colonia infantile "Biellese" costituisse una lacuna ed una preoccupazione».

 

Per rimediare in parte a tale mancanza fu istituita a Finalborgo (Finale Ligure) la colonia marina "Giovanni Rivetti", in grado di ospitare mille dei duemila bambini inviati al mare ogni anno.

 

Ci affidiamo ancora alle parole della "Rivista Biellese" per descriverne la struttura: «La colonia Rivetti copre oltre 6.000 metri quadrati di terreno nella frazione Borgo del comune di Finale Ligure. L’edificio principale era un tempo una costruzione militare ed ha subito delle trasformazioni che la rendono irriconoscibile […] Accanto all’edificio principale è stato costruito ex novo l’ampio refettorio con la cucina. La spiaggia è invece lontana […] La distanza fra la colonia Rivetti e la relativa spiaggia […] ha suggerito di eseguire il trasporto dei bimbi a mezzo di autopullman […] tutti i servizi logistici rimettenti il vitto, l’alloggio e l’igiene della colonia e dei coloni, erano affidati alle cure delle Suore dell’ordine Domenicano di Santa Rosa da Lima […] La parte direttiva dei coloni e del personale assistente era invece affidata ad un giovane sacerdote biellese insegnante nel Seminario di Biella, il rev. don Carlo Lepora».

 

 

Per quanto riguarda le colonie alpine, ricordiamo quella inaugurata nel 1953 a Trivero (sotto la bocchetta del Margosio, a 1280 mt di altezza) e intitolata a Ermenegildo Zegna: un edificio di quattro piani in cui trovavano posto tre camerate in grado di contenere complessivamente 150 letti, un’aula scolastica e una sala per le riunioni.

 

 

Concludiamo citando alcune cifre pubblicate dalla "Rivista Biellese" di luglio/agosto 1953, che forniscono qualche indicazione sullo sforzo organizzativo legato all’esperienza delle colonie estive: in sette anni di attività, dal 1946 al 1952, erano state totalizzate 400 mila giornate di presenza ed erano state consumate 630 tonnellate di viveri, di cui 120t di pane, 24 di pasta, 4 di salsa di pomodoro e 10.000 dozzine di uova.

 

(Leggi anche Estate 1935: la colonia elioterapica del Vandorno)

 

 

FONTI

 

Per la bibliografia specificamente dedicata alle colonie estive biellesi rimandiamo al catalogo a schede della Sala Biella (Biblioteca Civica), alla voce Colonie estive.

 

  • il Biellese, bisettimanale cattolico
  • Il Popolo Biellese, bisettimanale del Fascio di Biella
  • La Tribuna Biellese, organo del Partito Liberale Italiano
  • Altre Storie, rivista periodica a cura del museo storico in Trento, numero monografico dedicato alle colonie per l’infanzia, anno settimo, n. 17 agosto 2005