All’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso il luogo deputato ad ospitare il mercato ortofrutticolo all’ingrosso di Biella era la piccola piazza prospiciente la stazione della funicolare, piazza E. Curiel, dominata dall’imponente struttura dell’ex Casa del Balilla.
L’esiguità dello spazio a disposizione degli esercenti, unita ad altri inconvenienti come l’impossibilità a mettere in atto efficacemente i controlli e la vigilanza igienico – sanitaria, la difficoltà di approvvigionamento per gli acquirenti, il funzionamento irregolare dei servizi, indussero nel 1952 la Giunta Comunale presieduta dal sindaco Bruno Blotto Baldo a optare per lo spostamento del mercato ortofrutticolo nel tratto più orientale di viale Matteotti; questo provvedimento si rivelò a sua volta inadeguato, sia per la ristrettezza dell’area prescelta sia per i problemi che la presenza dei banchi creava alla circolazione del traffico.
Il Piano Regolatore del 1951 prevedeva la costruzione di un apposito impianto per il mercato ortofrutticolo nella parte sud della città, sui terreni situati nei pressi di viale Macallè.
Per condurre in porto il progetto sarebbero però stati necessari non meno di quattro anni, e così l’amministrazione cittadina deliberò la realizzazione di una struttura adatta a garantire «un servizio normale e sufficiente in relazione alle esigenze […] della Città» ("Biella: attività comunale 1951-1956"), su un’area di proprietà del comune sita nei pressi del Macello di via Ivrea: si trattava di un «vasto spiazzo incolto che, dopo essere stato terreno di esercitazione per le truppe di stanza a Biella, era da un decennio il campo degli zingari» ("il Biellese", 18/01/1955).
Nelle intenzioni del Comune quella soluzione avrebbe dovuto avere un carattere provvisorio, nell’attesa che fosse avviato il progetto contemplato dal Piano Regolatore, e si pensò quindi ad un complesso di dimensioni limitate.
Decisivo per le future sorti del nuovo mercato si rivelò l’intervento dell’Associazione Commercianti, che attraverso il suo presidente, il rag. Giuseppe Aglietta, pose l’accento sulle esigenze degli esercenti e insistette sulla necessità che la struttura di via Ivrea fosse ingrandita «per offrire maggiore ospitalità e migliori comodità, anche in considerazione dell’elevato numero di persone che intendevano usufruire».
I commercianti, sottolineando in particolare la limitatezza del numero di box previsti, avanzarono una proposta di più ampio respiro che contemplava la costruzione non solo di una quantità maggiore di locali adibiti a deposito, ma anche «di due tettoie, una per i grossisti di magazzino e l’altra, antistante ai box stessi, atta a riparare dalle intemperie le merci e gli acquirenti, che nei giorni stabiliti avrebbero dovuto sostare nei recinti» ("Eco di Biella", 20/01/1955).
I suggerimenti presentati furono accolti dall’amministrazione cittadina (che portò a 31 il numero di box da costruirsi) e nel marzo del 1953 i lavori poterono finalmente prendere il via; la spesa preventivata ammontava a 50 milioni di Lire (poco meno di 711.000 €).
Due imprese biellesi, la Maggia&C. e la Martiner Testa Flaminio, furono incaricate di provvedere alle opere murarie e affini, mentre per la fornitura dei 31 box dotati di tettoie metalliche il Comune si rivolse alla Ditta Mario Saporiti di Tradate.
Nel gennaio del 1955 il complesso, pur necessitando ancora di alcuni interventi come ad esempio la bitumazione del fondo, poteva ritenersi pronto per essere inaugurato.
La mattina di domenica 23 gennaio 1955 una folla numerosa, sfidando il freddo pungente, si radunò in via Ivrea di fronte ai cancelli del nuovo mercato ortofrutticolo all’ingrosso: viva era infatti nella cittadinanza la curiosità di scoprire le caratteristiche dell’imponente struttura, realizzata secondo i più moderni principi dell’edilizia dell’epoca e paragonabile a quelle di altre importanti città.
Presente alla cerimonia era anche un folto stuolo di autorità: oltre al sindaco Blotto Baldo accompagnato dalla moglie, agli assessori e ai consiglieri del Comune di Biella, comparivano il presidente della provincia di Vercelli ing. Aimone, il prefetto De Bernart, il questore di Biella dott. Scali, il Procuratore della Repubblica dott. Calvelli, il Commissario Capo di P.S. dott. Gramellini, il Capitano dei Carabinieri Magarelli, della Finanza dott. Ventra, il Presidente della Camera di Commercio geom. Vaglio.
In rappresentanza della Democrazia Cristiana, partito di maggioranza in consiglio comunale, c’erano il segretario circondariale Petrini e quello cittadino Chiastellaro mentre erano assenti gli esponenti dell’opposizione, da sempre critici sull’opportunità di realizzare l’opera.
L’ospite più atteso era l’ex Presidente del Consiglio dei Ministri on. Giuseppe Pella il quale, scrisse "il Biellese" sul numero del 25 gennaio, «nonostante i suoi alti gravosi impegni internazionali [aveva] trovato il tempo e il modo di presenziare al rito inaugurale della superba realizzazione».
Pella raggiunse il complesso di via Ivrea in compagnia dell’assessore municipale comm. Casalvolone e dell’assessore provinciale avv. Sormano, scambiò qualche parola con il vescovo mons. Rossi (che si era recato all’inaugurazione insieme al segretario don Viola e al parroco del Vernato don Finotto) e assistette poi al taglio del nastro tricolore posto davanti all’ingresso, «mentre le note gravi e solenni dell’inno nazionale si diffondevano nell’aere».
La comitiva delle autorità procedette quindi ad una rapida visita alle installazioni, i cui dettagli tecnici furono illustrati dall’assessore comunale ai Lavori Pubblici comm. Poma; dopo la sacra benedizione impartita da mons. Rossi (il quale approfittò dell’occasione per esprimere anche parole di augurio e di compiacimento), toccò all’on. Pella pronunciare un breve discorso, in cui sottolineò come «il Mercato coperto non [fosse] che una delle tante realizzazioni che [stavano] dando un volto nuovo alla città di Biella», il cui merito andava senza dubbio attribuito al sindaco Blotto Baldo «per la sua opera appassionata» (sul giudizio dato dall’ex Presidente del Consiglio sul primo cittadino di Biella influiva probabilmente anche la comune appartenenza alla Democrazia Cristiana).
Pella concluse la sua orazione invitando «tutti ad uno sforzo concorde per il potenziamento economico della Patria e per il miglioramento sociale nel quadro dell’unione degli spiriti e della collaborazione fattiva di tutti gli italiani» ("il Biellese", 25/01/1955).
Il nuovo mercato ortofrutticolo aprì i battenti giovedì 3 febbraio 1955.
Sorto come alternativa provvisoria al progetto indicato dal Piano Regolatore del 1951, il complesso di via Ivrea già nel suo primo anno di attività «diede la prova tangibile della sua necessaria esistenza» convincendo tutti i soggetti coinvolti della necessità «di conservarlo e potenziarlo, perché proprio per mezzo di esso si [affermava] e si [svolgeva] una tipica espressione della economia locale, regionale e nazionale» ("Biella: attività comunale 1951-1956").
Le fotografie provengono dall'archivio Lino Cremon, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella
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