PRESENTATA A BIELLA LA FIAT 600 (12-13 MARZO 1955)

(Articolo pubblicato su La Nuova Provincia di Biella del 09.03.2013)

 

Con la presentazione della 600, avvenuta nel marzo del 1955 al Salone dell’auto di Ginevra, la Fiat aprì un nuovo capitolo nella storia della diffusione dell’automobile in Italia.

 

 

I primi esperimenti della casa automobilistica torinese per lanciare sul mercato nazionale una vettura di piccole dimensioni e dal prezzo contenuto risalivano agli anni Trenta.

 

Nel 1932 era stata realizzata la 508 Balilla, che però era riuscita «solo ad avvicinarsi molto faticosamente alle possibilità economiche della parte più elevata della classe media»; quattro anni dopo, con la 500 Topolino soprannominata da Mussolini «la vetturetta del lavoro e del risparmio» (slogan prontamente ripreso nei manifesti pubblicitari) la Fiat aveva centrato l’obiettivo di realizzare una vettura «davvero per tutti, o quasi: costa[va] meno di due anni di stipendio di un operaio» (Alessandro Sannia).

 

 

Nel periodo antecedente lo scoppio della seconda guerra mondiale della Topolino furono realizzati centomila esemplari, «un risultato superiore a tutte le vetture precedenti».

 

La produzione, interrotta durante il conflitto, riprese alla fine degli anni Quaranta: furono apportate migliorie alla meccanica (con l’introduzione del nuovo carburatore verticale che contribuiva a ridurre i consumi, della pompa meccanica per la benzina, di una dinamo più potente, di modifiche riguardanti il telaio, i freni e gli ammortizzatori) e all’allestimento (con la versione Belvedere furono finalmente disponibili quattro posti a sedere).

 

 

All’inizio degli anni Cinquanta l’amministratore delegato della Fiat Vittorio Valletta ritenne maturi i tempi per mettere in cantiere un nuovo modello di utilitaria, semplice ed economico, che fosse più aderente alle esigenze di motorizzazione di una società avviata a grandi passi verso la ripresa dopo i difficili anni della ricostruzione post-bellica e che soprattutto permettesse un miglioramento dei risultati economici della casa automobilistica torinese.

 

L’elaborazione del progetto, contraddistinto dal numero 100 e affidato all’ingegnere Dante Giacosa, richiese due anni (1951-1953) ai quali andarono ad aggiungersene altrettanti per l’allestimento delle catene di montaggio nello stabilimento di Mirafiori.

 

 

Nella primavera del 1955 la 600 fu finalmente pronta per essere commercializzata.

 

La piccola utilitaria non si discostava molto dalle linee guida che avevano fino a quel momento ispirato il lavoro dei progettisti Fiat, pur presentando alcune soluzioni innovative come ad esempio la scelta di collocare il motore nella parte posteriore: «Per il motore […] era stata scelta la via di un tradizionale 4 cilindri raffreddato ad acqua di 633 cc di cilindrata […]; il motore era collocato nella vettura girato al contrario, ossia con il cambio verso l’abitacolo e, per ridurre gli ingombri longitudinali, il radiatore spostato sul lato destro […]. Il motore tipo 100.000 sviluppava una potenza di 21,5 CV a 4600 giri al minuto e consentiva alla 600 di raggiungere i 90 chilometri orari. Anche per il cambio, la scelta era ricaduta su un normale quattro marce […]»; i problemi maggiori, derivanti dalla scelta del "tutto dietro", riguardavano soprattutto la messa a punto: per porvi rimedio erano stati spostati nel cofano anteriore il serbatoio della benzina, la batteria e la ruota di scorta.

 

Per quanto riguarda l’interno, «era più spazioso di quello della Topolino Belvedere, grazie alla forma che permetteva di sfruttare meglio lo spazio in larghezza: la disposizione restava simile, con due sedili anteriori singoli con gli schienali ribaltabili in avanti per accedere al divano posteriore; questo poteva essere a sua volta ripiegato in avanti per formare un vano di carico abbastanza ampio, seppur non proprio comodo da raggiungere, visto che con il motore posteriore non ci poteva ovviamente essere una terza porta. Per economia, della Topolino fu mantenuta anche la soluzione, poco apprezzata, dei vetri anteriori con una porzione scorrevole» (A. Sannia).

 

Tre erano gli optional disponibili su richiesta: il rivestimento in finta pelle in sostituzione del panno impiegato di serie, la «costosissima» autoradio e gli pneumatici a fianco bianco.

 

Il prezzo di vendita, 590.000 Lire (notevolmente inferiore a quello dell’ultimo modello prodotto, la 500 Topolino C), confermava i progressi raggiunti nel campo della riduzione dei costi per offrire un prodotto accessibile alla fascia media della popolazione.

 

 

La 600 approdò così nelle concessionarie di tutta Italia.

 

Anche a Biella, dove fu presentata al pubblico sabato 12 e domenica 13 marzo 1955, l’ultima nata in casa Fiat riscosse un ottimo successo.

 

Scrisse a tal proposito "Eco di Biella": «Sabato la "Seicento" – la nuova macchina utilitaria della Fiat – ha fatto la sua comparsa in città. Migliaia di biellesi hanno potuto ammirarla nelle vetrine delle due concessionarie locali della grande fabbrica torinese: la SARCA di via Carducci e la CITA in via Italia».

 

"il Biellese" si soffermò sul ricevimento organizzato presso la sede della SARCA nella tarda mattinata di sabato 12 marzo, nel corso del quale i titolari (il dott. Casalegno, il cav. Cappio, il conte Di Sambuy e il conte dott. Marenco) ebbero la possibilità di illustrare alle personalità della politica, dell’industria e del commercio convenute, le caratteristiche tecniche della piccola autovettura: «Ha quindi avuto libero accesso il pubblico che ha circondato le due autovetture in mostra ascoltando le spiegazioni dei tecnici e meccanici […] Alcune nuovissime macchine sono poi state messe a disposizione del pubblico per le prove».

 

La CITA espose invece il nuovo modello nei punti più centrali della città, in particolare di fronte alla Fons Vitae di viale Matteotti e alla sede della concessionaria in via Italia: «Nelle piazze, nei punti più centrali della città – aggiunse "Eco di Biella" – alcuni esemplari di questa meravigliosa macchina hanno sostato a lungo attorniati da capannelli di curiosi. Le accoglienze sono state ovunque molto festose mentre risulta che numerose prenotazioni sono state già fatte presso le ditte concessionarie».

 

 

La positiva accoglienza che i biellesi riservarono alla 600 fu confermata circa un mese dopo dai dati riguardanti gli ordinativi, che avevano rapidamente raggiunto quota 500.

 

Sussisteva però un elemento negativo determinato dai lunghi tempi di consegna: per questo motivo, sosteneva "Eco di Biella" (11.04.1955), «il mercato delle auto usate continua[va] a mantenere una certa sostenutezza» ed era prevedibile che «per un paio di mesi ancora, le macchine usate [avrebbero potuto] realizzare prezzi abbastanza consistenti».

 

(Leggi anche La Tipo 1, un progetto automobilistico biellese)

 

 

Galleria Fotografica

Le fotografie provengono dall'archivio Lino Cremon, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella

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FONTI

 

  • Sannia Alessandro, Il grande libro delle piccole Fiat, Giorgio Nada Editore, Vimodrone 2008
  • il Biellese, bisettimanale cattolico
  • Eco di Biella, bisettimanale indipendente