LA MOSTRA NAZIONALE DELLE TRUPPE ALPINE (1952)

(Articolo pubblicato su La Nuova Provincia di Biella del 20.10.2012)

 

Allo scopo di celebrare degnamente il 30° anniversario di fondazione della sezione biellese dell’Associazione Nazionale Alpini (nata ufficialmente nel dicembre del 1922), il presidente Mario Balocco decise di organizzare a Biella una grande mostra dedicata alle truppe alpine.

 

L’iniziativa fu apprezzata anche a Roma, come si desume da un’informativa inviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dal prefetto di Vercelli Manfredi De Bernart in data 9 maggio 1952: «[…] la Sezione di Biella dell’Associazione Nazionale Alpini – che conta circa 2500 iscritti – allo scopo di celebrare con solennità il trentennio della sua costituzione, ha ottenuto il 21 febbraio 1952 dal Ministero della Difesa l’autorizzazione ad allestire nella città di Biella una Mostra rievocatrice delle glorie e dei sacrifici delle truppe alpine italiane. Successivamente, il Segretario Generale del Ministero della Difesa, nell’intento di dare alla manifestazione un carattere nazionale, incaricava l’Ispettorato per la Fanteria di concordare con l’A.N.A. di Biella le modalità per la migliore riuscita della Mostra stessa, la quale sarà denominata "Mostra Nazionale delle Truppe Alpine d’Italia" e dovrebbe aver luogo dal 6 al 28 settembre p. v.».

 

 

Fissata la data definitiva della manifestazione (6 – 7 settembre 1952) e individuato l’edificio che avrebbe dovuto ospitare la Mostra (la palestra di piazza Curiel), si procedette al reperimento del materiale espositivo: l’obiettivo, aggiunse ancora il prefetto De Bernart, era presentare «armi, cimeli, fotografie e documenti ad illustrazione dell’epopea delle truppe alpine dal periodo della fondazione del corpo all’ultimo confitto», dando particolare risalto «al sacrario della mostra, che raccoglierà le fotografie, con relativa motivazione, di tutte le medaglie d’oro delle truppe alpine (circa 250), nonché le motivazioni delle massime ricompense al valore concesse ai vari reparti in armi».

 

A questo scopo il presidente Balocco inviò a tutte le sezioni A.N.A. d’Italia una lettera nella quale, oltre ad essere illustrate le motivazioni e le finalità dell’iniziativa, era rivolto l’invito a ricercare «presso Musei e privati, (segnatamente presso Ufficiali alpini), cimeli, documenti e fotografie di tutte le guerre: Campagna d’Africa del 1896, Guerra Libica, Guerra 1915-’18, e via dicendo»; particolare interesse rivestivano poi le «documentazioni della vita in caserma, di escursioni, e di tutto quanto si ricollega[va] alle tradizioni del Corpo» ("Eco di Biella", 24.04.1952).

 

 

L’adesione fu massiccia e un’ingente mole di materiale iniziò ad affluire nella sede dell’A.N.A. biellese di via Vescovado, dove il presidente e i suoi collaboratori procedettero a selezionarla e predisporla per l’esposizione: fotografie (in gran parte inedite), bozzetti, disegni, stampe (anche quelle della «Domenica del Corriere» disegnate da Beltrame), cimeli di guerra.

 

 

«È probabile che la maggior parte dei biellesi – commentò Ildo Viglieno su "il Biellese" del 15 luglio 1952 – frastornati da un susseguirsi di richiami uno più fragoroso dell’altro, non si sia ancora resa esatto conto di ciò che sarà la manifestazione di settembre. Manifestazione unica, mai avutasi finora dal lontano giorno in cui furono costituite le prime Compagnie Alpine e che non si ripeterà più per decenni e decenni. Il fatto che proprio Biella sia stata prescelta ad ospitare la documentazione del valore alpino a preferenza di capoluogo o centri di ben maggiore importanza, ha un grande significato che legittimamente deve inorgoglire tutti i figli della terra biellese».

 

 

All’inizio di agosto i promotori dell’evento ricevettero la gradita notizia che il Ministero delle Poste avrebbe emesso un francobollo speciale (del valore di 25 Lire) dedicato alla Mostra e raffigurante il monumento ai Caduti biellesi di tutte le guerre, il gruppo statuario dell’Alpino con mulo, opera dello scultore Pietro Canonica.

 

I lavori per allestire i saloni della palestra di piazza Curiel proseguivano intanto a ritmo febbrile e al fine di ultimarli in tempo per l’apertura dell’esposizione il comando del 4° reggimento Alpini inviò in aiuto agli organizzatori biellesi una squadra di quindici uomini.

 

 

L’imponente manifestazione ebbe inizio sabato 6 settembre 1952.

 

Alle ore 16 l’alfiere Nico Giorgini, scortato da carabinieri a cavallo in alta uniforme, uscì dalla stazione ferroviaria della linea Biella–Santhià (che all’epoca si trovava in via Lamarmora) portando il labaro dell’Associazione Nazionale Alpini, sede centrale, decorato con più di 200 Medaglie d’Oro al Valor Militare; seguivano dietro di lui il consiglio nazionale dell’Associazione al gran completo (con il presidente prof. Balestrieri, il presidente onorario comm. Guido Alberto Rivetti e il cav. Mario Balocco, consigliere nazionale e presidente della sezione di Biella), alcuni soci fondatori e vecchi dirigenti dell’A.N.A. di Biella, ex combattenti della guerra ’15 –’18, il cappellano della sezione don Pietro Bricarello e altri «ufficiali generali, superiori, subalterni, mutilati e decorati in gran numero, dirigenti delle sezioni ospiti, ecc.» ("il Biellese", 09.09.1952).

 

Il corteo, aperto dai vigili urbani e da un plotone in armi del 4° reggimento Alpini, sfilò lungo le strade di Biella (via Lamarmora, piazza Vittorio Veneto, via Italia, via Duomo e via Amendola) in direzione di piazza Curiel, dove era atteso dalle più importanti autorità politiche cittadine e provinciali (per citarne alcune, il sindaco di Biella Bruno Blotto Baldo, il presidente del consiglio provinciale ing. Aimone, il sindaco di Vercelli avv. Pretti e il prefetto De Bernart), dal vescovo di Biella mons. Carlo Rossi, dai generali Pialorsi e Levi, comandanti rispettivamente del Comiliter e della Brigata Carabinieri di Torino, oltre che da numerosi alti ufficiali dell’esercito, in servizio e in congedo.

 

Lungo tutto il percorso le penne nere ricevettero i convinti applausi della folla che si accalcava incuriosita e festante.

 

 

A inaugurare la Mostra in rappresentanza del Ministro della Difesa, trattenuto a Roma, fu il generale Emilio Battisti, comandante del 3° Nucleo Armate della N.A.T.O.

 

 

Terminata la visita il gruppo delle autorità si spostò a Palazzo Oropa dove il sindaco Blotto Baldo pronunciò l’orazione ufficiale, esprimendo viva soddisfazione per la presenza del generale Battisti e auspicando che la città di Biella divenisse titolare e sede di un battaglione alpino; l’alto ufficiale, nel ringraziare il primo cittadino, sottolineò che «manifestazioni del genere [erano] utili e feconde di risultati se [incitavano] gli Alpini a proiettare nel futuro le virtù del passato, [a] contribuire con onestà d’intenti […] alla concordia civica, alla grandezza della Patria».

 

 

La serata proseguì poi con la cena all’Hotel Principe e si concluse con il ricevimento al Circolo Commerciale, allietato dalla musica dell’orchestra Luna Park di Masserano e dalle canzoni del Coro alpino della sezione di Biella (calorosi applausi ricevette l’esibizione del giovanissimo Leonardo Osella, interprete del canto «Valor alpino»).

 

 

La giornata di domenica 7 settembre si aprì alle ore 9 con il grande ammassamento degli oltre cinquemila alpini convenuti a Biella da Torino, Verona, Piacenza, Firenze, Vercelli, Novara, Asti, Domodossola, Varese, Sondrio, Brescia, Trento, Bolzano …

 

Più di cento erano i gagliardetti esposti, tra i quali spiccavano quelli della Divisione Garibaldi che aveva operato in Jugoslavia e della sezione A.N.A. di Gorizia.

 

 

Il corteo partì alle ore 10 con in testa la fanfara e il plotone in armi del 4° reggimento, seguiti dai membri del consiglio nazionale dell’A.N.A., dai gagliardetti, dal consiglio della sezione di Biella e dai quarantuno gruppi sezionali biellesi, disposti in ordine alfabetico.

 

Sotto gli sguardi attenti e compiaciuti dei numerosi spettatori presenti, gli alpini deposero una corona di fiori davanti al monumento ai Caduti e rifecero in parte lo stesso percorso del giorno precedente, dirigendosi poi verso piazza Martiri della Libertà dove resero omaggio alla memoria dei ventidue partigiani fucilati dai fascisti il 4 giugno 1944.

 

Da lì il corteo si spostò poi in piazza Duomo, gremita di folla, per assistere alla S. Messa officiata dall’Ordinario Militare delle Forze Armate, mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, coadiuvato dal Vicario Generale di Biella, mons. Botta, e dal canonico Forno; la celebrazione terminò con la recita della preghiera dell’Alpino da parte del cappellano don Bricarello, cui fecero seguito le parole elevate e fiere di mons. Ferrero e un breve discorso del generale Battisti.

 

 

Con la consegna da parte dello stesso ufficiale di due medaglie al Valor Militare a Fiorino Foglia e Mario Panizzone, entrambi di Trivero, si conclusero le cerimonie ufficiali: era da poco passato mezzogiorno.

 

 

In serata gli alpini che ancora affollavano le strade cittadine furono allietati da uno spettacolo di fuochi pirotecnici.

 

 

La manifestazione organizzata dall’A.N.A. di Biella fu quindi coronata da un clamoroso successo, suggellato dalla presenza di autorevoli personalità politiche e militari, dalla massiccia partecipazione di pubblico e dal favore con cui fu accolta la Mostra delle Truppe Alpine, che alle 21 di domenica sera era già stata visitata da più di cinquemila persone.

 

(Leggi anche Dalla Mostra al Museo)

 

 

Galleria Fotografica

Le fotografie provengono dall'archivio Cesare Valerio, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella

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FONTI