Il 30 marzo 1956, in un locale di Biella (i giornali dell’epoca non specificarono quale fosse ma è probabile che si trattasse del Bar Savona di via Pietro Micca, gestito da Alfonso Alice), si tenne la prima assemblea del "Circolo degli Artisti".
La nascita del nuovo sodalizio, di cui facevano parte, oltre ad esponenti del panorama artistico biellese, industriali e liberi professionisti, rappresentò l’esito naturale della ricerca, iniziata negli anni del secondo dopoguerra, di uno spazio di aggregazione in cui fosse possibile confrontare le proprie posizioni, dar vita a lunghe e appassionate discussioni, sperimentare e promuovere nuove forme d’arte.
Nel corso dell’assemblea i soci promotori (all’incirca una sessantina di persone) provvidero ad elaborare la bozza dello statuto e a eleggere Federico Rieder presidente del Comitato direttivo provvisorio.
Tra i componenti del consiglio spiccavano il gallerista Sergio Colongo, «commerciante (gestiva una macelleria dove aprirà la Galleria Garlanda in via Duomo […]), uomo di cultura, amante dell’arte contemporanea, [che ebbe] il merito di svolgere un ruolo decisivo nell’opera di svecchiamento del gusto artistico locale, ancora ingabbiato entro una visione ottocentesca e naturalistica della pittura, ingiustamente definita "delleanismo" o peggio ancora "grossismo", "bistolfismo". Con il suo intuito proverbiale ("aveva naso" pensavano gli amici) riuscì a portare a Biella il meglio dell’arte del ’900 italiano, da Casorati a Modigliani, da Carrà a De Chirico e il meglio della pittura piemontese» (Bruno Pozzato); Carlo Caselli, Adriana Renier, titolare della Galleria Internazionale, la professoressa Maria Maroino, Dedo Amellone, il pittore Pippo Pozzi.
Quest’ultimo aveva anticipato fin dagli anni dell’immediato dopoguerra la nascita del "Circolo degli Artisti" con l’esperimento della "Saletta dell’Orso" (il suo laboratorio creativo sito in via Italia, nel cortile dell’ex cinema Apollo): «Lo studio è abbastanza grande per ospitare un pubblico di amici e tenervi conferenze – ha ricordato Carlo Caselli presentando il volume di Bruno Pozzato "Pippo Pozzi" – Nasce la "Saletta dell’Orso", un ritrovo che ha fatto storia negli anni del dopoguerra. Vi passano artisti, poeti, scrittori, saggisti: il filosofo Nicola Abbagnano, lo scrittore Riccardo Bacchelli, Davide Lajolo, il critico Dino Formaggio, Ugo Nebbia, la poetessa Sibilla Aleramo, Mia Cinotti, alcuni grandi dell’arte del Novecento come Sassu, Morando, Carrà, Casorati […] Un giovane professore di liceo, Giulio Carletto, assume spesso il ruolo di conduttore, animatore, provocatore».
Il presidente Rieder e i membri del consiglio si misero subito all’opera per ovviare alle necessità organizzative, e in particolare per reperire i locali idonei ad ospitare la sede del Circolo.
Intorno alla metà di settembre del 1956 "Eco di Biella" annunciò l’imminente inaugurazione del "Circolo degli Artisti", fissata per domenica 7 ottobre, nei locali di viale Cesare Battisti 17.
Alla cerimonia, il cui inizio era previsto per le ore 11, furono invitate le maggiori autorità cittadine, con in testa il sindaco Bruno Blotto Baldo; la partecipazione del primo cittadino di Biella andava al di là della consueta rappresentanza ufficiale: «Bruno Blotto Baldo può essere considerato l’amministratore pubblico più illuminato, il sindaco più lungimirante nei fatti e negli eventi artistici», ha scritto Bruno Pozzato, aggiungendo che «è stato uno dei primi collezionisti a comprendere che i tempi stavano cambiando e a convertire il suo tesoro di dipinti dell’Ottocento in opere d’arte contemporanea».
Per l’occasione le due sale che componevano la nuova sede del Circolo furono decorate con i quadri di Lorenzo Delleani, maestro biellese del Paesismo Piemontese dell’Ottocento, e di Piero Bora, pittore originario di Chiavazza la cui promettente carriera era stata stroncata dalla prematura morte avvenuta sul fronte greco – albanese nel 1941.
La cerimonia si aprì con la sacra benedizione impartita dal vicario generale della diocesi mons. Giuseppe Stefano Botta, il quale invitò gli artisti biellesi «ad elevarsi tecnicamente e spiritualmente»; seguirono poi i discorsi dell’on. Giuseppe Pella (l’esponente della Democrazia Cristiana, malgrado gli impegni politici a livello nazionale, riusciva sempre a trovare il tempo per presenziare alle manifestazioni organizzate sul suo territorio di origine), del comm. Beppe Mongilardi, volto a sottolineare come nella storia del Biellese arte, industria e commercio fossero strettamente interconnessi, e infine del sindaco Blotto Baldo, il quale promise «il vivo interessamento dell’Amministrazione comunale alle iniziative del Circolo» ("Eco di Biella", 08/10/1956).
Terminate le orazioni, artisti e autorità si recarono presso il ristorante Ferrino per il pranzo sociale: «Se la cerimonia di viale Cesare Battisti era stata sotto il segno della commozione – annotò "Eco di Biella" sul numero dell’8 ottobre – il pranzo sociale, con oltre cento partecipanti, fu sotto il segno dell’allegria. Brindisi, evviva! Propositi di lungo cammino per il Circolo degli artisti».
Nel pomeriggio si riunì poi l’assemblea del Circolo, incaricata di approvare la relazione morale e finanziaria e di provvedere al rinnovo delle cariche sociali; membri della commissione artistica furono eletti i pittori Pippo Pozzi, Antonio Zucconi e Luigi Boffa Tarlatta.
Due settimane dopo Federico Rieder fu confermato alla presidenza del Circolo, mentre al pittore Armando Santi fu affidato l’incarico di gestire i locali della sede.
Il Circolo degli Artisti occupò il panorama artistico biellese per un breve ma intenso periodo.
Numerose furono le iniziative (ad esempio il Premio Biella per l’Incisione, 1963) promosse da quello che era considerato «il centro propulsore di ogni iniziativa in campo artistico e capace di interagire con le istituzioni pubbliche» (B. Pozzato).
Le tensioni sorte all’interno del sodalizio sui metodi di gestione, sul ruolo da attribuire alle Gallerie e soprattutto su «chi invitare ad esporre, sui rapporti tra professionisti e dilettanti, tra uomo e donna, tra realismo e astrattismo, formale e informale, artisti locali e "forestieri", italiani e stranieri» (B. Pozzato), portarono al suo prematuro scioglimento, avvenuto intorno alla fine degli anni Sessanta.
(Leggi anche Piero Bora, un talento scomparso prematuramente)
Le fotografie provengono dall'archivio Lino Cremon, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella
(È vietata la riproduzione e la diffusione delle immagini senza la preventiva autorizzazione del titolare dei diritti).
FONTI