«Le imprese aviatorie hanno sempre esercitato sui Biellesi un fascino particolare», affermava uno degli autori dell’Almanacco Biellese anno 1952, riferendosi nello specifico ad «un avvenimento […] eccezionale: la discesa di un paracadutista» sul campo sportivo "Lanzone".
Protagonista della spettacolare esibizione, indetta per domenica 29 luglio 1923 dalla Direzione dei Giovani Calciatori Biellesi, fu lo svizzero Plinio Romaneschi, pioniere dell’aeronautica e del paracadutismo: «Domenica 29 corr. – commentò "La Tribuna Biellese" (01.08.1923) – […] ebbe luogo l’annunciato spettacolo di acrobazia aerea culminante nell’esperimento di discesa col paracadute d’invenzione del luganese Plinio Romaneschi ben noto in Italia ed all’estero per le numerose prove compiute. Peccato che un così emozionante ed interessante spettacolo non sia stato coronato da un pubblico eccessivo: poco più di un migliaio di persone!».
Il giornale di orientamento liberale, seppur deluso dalla (a suo giudizio) scarsa partecipazione di pubblico, non esitò ad esprimere tutta la sua ammirazione per la prova di colui il quale «più che l’acrobata intrepido, [era] il divulgatore fecondo, l’apostolo dell’uso del paracadute»; anche "il Biellese" (31.07.1923), rimarcando lo scarso numero di spettatori, non si risparmiò nelle lodi a Romaneschi, definito «il dominatore dello spazio».
Ecco infine la cronaca dell’esibizione: «S’alza il velivolo lentamente dapprima, aumentando gradatamente poi di velocità e volleggiando come un falco nello spazio sino a raggiungere una considerevole altezza: sette od ottocento metri. […] Ad un tratto ecco proiettarsi improvviso fuori dalla carlinga dell’apparecchio, un qualche cosa che non è un bolide ma che non sembra neppure un uomo. […] Il bolide precipita. […] Sotto l’ascella tiene un involto bianco. L’involto però subito gli sfugge, od almeno pare che gli sfugge, e segue l’uomo nella sua caduta, alla distanza di una decina di metri da lui. […] Una esclamazione sfugge dal petto di tutti; una esclamazione di sorpresa, di soddisfazione. L’involto improvvisamente si è aperto assumendo la forma di un grande ombrello candido il quale, riempiendosi d’aria, funziona egregiamente da leonardesca mongolfiera, trattenendo l’uomo nello slancio della sua vertiginosa discesa e salvandolo da una caduta che sarebbe stata certamente tragica. […] Fu uno scrosciare di applausi; un diluvio di rumorosi commenti; una gara di felicitazioni» ("La Tribuna Biellese", 01.08.1923).
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