La possibilità di vedere oggi i bolidi della Formula 1 sfrecciare e darsi battaglia lungo le strade di Biella è senza dubbio irrealistica.
Diversamente accadde però negli anni Trenta del secolo scorso quando, per due volte consecutive nel 1934 e nel 1935, il pubblico biellese assistette allo spettacolo di un Gran Premio automobilistico lungo le vie cittadine.
Il principale sostenitore dell’idea di organizzare a Biella un circuito per auto da corsa era stato il presidente del locale Auto Club Adolfo Rivetti.
Dopo l’annuncio che nella città laniera si sarebbe disputata una prova valevole per il Campionato Italiano Vetture Sport, la macchina organizzativa si mise subito in moto: si prevedeva una presenza di pubblico non inferiore alle 8000 persone ed era quindi necessario provvedere alla realizzazione di tribune e recinti, oltre che alla sistemazione delle strade interessate dalla gara.
La data fissata per il I Circuito Automobilistico di Biella era il 2 settembre 1934, ma durante il mese di agosto si diffuse la voce che difficoltà tecniche, rilevate dall’ACI nazionale, stavano mettendo a rischio l’effettiva disputa della gara: l’arrivo da Roma della conferma definitiva, il 25 agosto, fu motivo di grande sollievo per tutti, organizzatori e appassionati.
Il circuito, lungo 2km e 200mt, si snodava lungo questo percorso: Via Torino – Via Lamarmora – Via Vittorio Emanuele – Via Cernaia – Salita Ospedale – Viale Principe di Piemonte – Viale Regina Margherita.
Le ventuno macchine in gara (mono e biposto delle categorie Corsa e Sport senza distinzione di cilindrata) erano suddivise in 3 batterie da 25 giri ciascuna: l’accesso alla finale da 40 giri era riservato ai primi due classificati di ogni batteria e al terzo classificato con il miglior tempo assoluto.
Il montepremi ammontava a 50.000 Lire: il primo classificato si sarebbe portato a casa la rispettabile cifra di 8000 Lire, il 2° 6000, il 3° 4000.
Oltre che per i piazzamenti, erano previsti riconoscimenti in denaro anche per le macchine fino a 2000cc (premi "Adolfo Rivetti", offerti dal presidente dell’ACI Biella), per i giri più veloci (premi "Lana Rubello", offerti dal cav. Egidio Lesna), per il concorrente in testa al 20° giro (premio "Società Ippica Biellese"); a tutto ciò si aggiungevano anche i premi in oggetti.
I lavori di sistemazione del manto stradale, affidati alla ditta Puricelli di Milano e all’impresa Chiappo di Graglia, furono ultimati pochi giorni prima della data prevista per la gara con «abbondanti innaffiamenti di Flix, l’antipolvere fornito dall’agenzia biellese della Reinach».
Pippo Ferrini si occupò della segnalazione del percorso e dell’imbiancatura del cordolo in pietra che delimitava il percorso della tramvia in via Cernaia, mentre la ditta Cigna installò gratuitamente sette altoparlanti lungo il circuito.
Al pubblico furono riservate tre tribune (Tribuna A in via Torino all’altezza della linea di partenza, prezzo 30 Lire; B in viale Principe di Piemonte, 20L; C interno dei giardini dell’Ospedale, 20L) e quattro recinti (Recinto D, presso i portici di casa Bertola, prezzo 15 Lire; E in viale Regina Margherita, 10L; F e G in viale Principe di Piemonte, 12L e 10L); il comm. Eugenio Bona mise a disposizione il giardino della sua villa, capace di ospitare un centinaio di spettatori, per la modica cifra di 25 Lire.
I primi ad accaparrarsi i biglietti furono i soci dell’ACI: a loro fu infatti riservata la prima vendita del 14 agosto, seguita il 20 da quella aperta a tutti.
Tra i piloti iscritti alla gara spiccavano i nomi di Tazio Nuvolari e Achille Varzi, dati come favoriti per la vittoria finale, ma c’era anche curiosità al riguardo di Carlo Felice Trossi e Antonio Brivio, entrambi biellesi e già protagonisti di buone prove negli altri Gran Premi della stagione.
Finalmente il 2 settembre 1934 la parola fu lasciata ai motori.
Di fronte ad un folto pubblico che gremiva le tribune, i recinti, i balconi delle abitazioni che si affacciavano sul percorso ed era assiepato anche sulle colline di San Girolamo, i piloti si diedero battaglia: a spuntarla alla fine fu Carlo Felice Trossi, su Alfa Romeo 3000, che tagliò il traguardo con il tempo di 1h 02’ 57,2, precedendo di un soffio Achille Varzi (che chiuse a 1h 02’ 57,4).
Terzo classificato Giovanni Farina, protagonista di un appassionante duello con Antonio Brivio, mentre Nuvolari dovette ritirarsi per un guasto alle sospensioni.
Entusiastico fu il commento de "il Biellese": «Biella ha avuto domenica la sua grande giornata di sport. Mai, nella nostra città, avvenimento sportivo ha saputo come il I Circuito Automobilistico polarizzare su di sé l’interesse e l’entusiasmo di migliaia e migliaia di appassionati convenuti da ogni centro per assistere alle prodezze di un sceltissimo lotto di campioni del volante, lanciati alla conquista di un primato ambitissimo e di un’affermazione che, per i migliori, era la miglior presentazione per il Gran premio d’Italia che si correrà domenica prossima a Monza».
L’ottimo risultato della prima edizione (che aveva fruttato un incasso di 100.000 Lire) convinse i dirigenti dell’ACI di Biella ad organizzarne una seconda nel 1935: il II Circuito Automobilistico di Biella fu così inserito nel calendario delle prove internazionali di quell’anno.
L’esperienza acquisita con l’organizzazione del primo circuito permise di arrivare all’appuntamento senza intoppi (solo il maltempo ostacolò i lavori di risistemazione del manto stradale, ultimati comunque nei tempi stabiliti).
La disposizione dei posti riservati al pubblico era identica a quella dell’anno precedente, con qualche ritocco ai prezzi; la ditta Cigna raddoppiò il numero degli altoparlanti (che passarono da sette a quattordici) e realizzò un collegamento telefonico con le tribune per far sì che gli spettatori fossero costantemente aggiornati sull’andamento della gara.
Il montepremi era raddoppiato e ammontava a 100.000 Lire.
L’annuncio delle defezioni della macchine tedesche, Auto Union e Mercedes (quest’ultima guidata dall’asso italiano Luigi Fagioli) e dell’assenza di Brivio, ancora dolorante per i postumi di un incidente avvenuto durante il Gran Premio di Tripoli, non fece diminuire l’interesse attorno alla corsa: al nastro di partenza erano infatti presenti Nuvolari, Trossi, Louis Chiron e Mario Tadini, tutti della Scuderia Ferrari, mentre Varzi e Farina correvano per la Scuderia Subalpina; da segnalare anche la presenza di una donna pilota, la signorina Hellé Nice, su Alfa Romeo 2300L Monza.
Domenica 9 giugno, in una splendida giornata di sole e alla presenza di S. A. R. il Duca di Spoleto, presidente generale dell’ACI, e dei conti Calvi di Bergolo la gara prese il via alle ore 14.
Dopo le due batterie eliminatorie (otto macchine ciascuna), accedettero alla finale i quattro piloti della Scuderia Ferrari, Nuvolari, Trossi, Chiron e Tadini, e i tre della Subalpina, Farina, Dusio e Varzi (quest’ultimo fu però costretto a ritirarsi prima della partenza per noie meccaniche).
Dopo i primi giri che videro il confronto tra Farina e Nuvolari, la finale si ridusse ad un duello tra quest’ultimo e Trossi fatto di sorpassi e controsorpassi: a metà gara ci fu però il colpo di scena e cioè il ritiro del pilota biellese, il quale, vittima di un’insolazione, raggiunse i box «a velocità ridottissima, senza casco e occhiali, congestionato in viso».
Eliminato il rivale più temibile, la vittoria andò a Nuvolari che chiuse agevolmente la gara in 1h 14’ 50,4, precedendo Chiron e Farina; a Trossi rimase la consolazione di aver effettuato il giro più veloce (1’ 25,6).
Anche la seconda edizione del Circuito automobilistico di Biella registrò un clamoroso successo di cui "il Biellese" si fece nuovamente portavoce: «Un trionfo! Trionfo tecnico, sportivo, organizzativo e spettacolare. Il Circuito Automobilistico di Biella passerà alla storia come una delle più avvincenti manifestazioni motoristiche nazionali e chi ha avuto la fortuna di assistere alla lotta ingaggiata fra i più bei nomi dell’automobilismo italiano ed il corretto e valoroso rappresentante francese [Louis Chiron] non dimenticherà tanto facilmente la giornata del 9 giugno».
(Leggi anche Le auto da corsa)
Le fotografie
provengono dall'archivio Cesare Valerio, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella
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